SIDI IFNI, L'IMPREVEDIBILE MAROCCO… tra natura e art deco'
- rendafrancesco82
- 28 apr 2020
- Tempo di lettura: 5 min

Ci sono dei luoghi quando viaggi che spalancano le porte di un mondo, delle specie di back doors inaspettate che collegano improvvisamente tutt'altre storie. Delle storie nella storia che secondo noi sono una delle essenze stesse del viaggio, storie che hanno qualcosa di perduto e di misterioso e che regalano al viaggiatore l'emozione di aver scoperto un tesoro perduto, di essere entrati a far parte del ristretto club emotivo degli esploratori. Noi l'abbiamo scoperto in Marocco, alle porte del Sahara, quando abbiamo visitato Sidi Ifni, un sogno art deco praticamente sconosciuto ai più, specialmente in Italia, dalla storia breve quanto recente ed affascinante.

Boulevard le Prince Heritier
Se avete programmato un viaggio che comprenda il sud del Marocco, non mancate di fare tappa in questa cittadina, ma attenzione. Sidi Ifni non è una località turistica. In primo luogo perché non ci sono molte strutture ricettive, poi perché l'oceano Atlantico vi dispiega tutta la sua forza, quindi niente bagno viaggiatori… ma soprattutto, perché la cosa più importante da sapere è che dovete indossare i vostri occhiali speciali e vestire la vostra anima.

Ex palazzo del governatore
E' una località da viaggiatori che richiede un certo sforzo per essere apprezzata e comunque, nonostante questo, probabilmente a molti di voi non piacerà a meno che non vi passiate qualche giorno. Noi ce ne siamo perdutamente innamorati e vogliamo condividere questa scoperta con voi. Sicuramente già lo fate, ma accertatevi però degli ultimi movimenti in zona perché l'economia locale è particolarmente depressa ed il risentimento verso il governo centrale in crescita, niente di preoccupante ma ricordate di tenere sempre un comportamento degno e rispettoso nei modi e nelle parole.

Il faro
La storia di questa città inizia nel 1934, quando il governo della seconda repubblica spagnola decide di prendere possesso della zona e di fondare l'insediamento di Sidi Ifni. I diritti nell'area erano già stati riconosciuti alla Spagna dal 1860 e sembra, ma nessun dato è stato confermato al riguardo, che la città sorga in quello che tra il 1476 ed il 1524 fosse stato l'insediamento chiamato Santa Cruz de la Mar Pequena, abbandonato poi a causa degli attacchi berberi. L'inizio della guerra civile spagnola e l'ascesa del franchismo legano purtroppo le sorti della città agli anni più bui della storia spagnola ma questo non ne intacca assolutamente il fascino.

Ospedale
L'area circostante alla città, chiamata genericamente Ifni, è stata delineata da un accordo con il Protettorato francese del Marocco e racchiude uno spettacolo della natura, quello degli archi di roccia della spiaggia di Legzira.
Questa spiaggia è stato il vero motivo per cui ci siamo spinti cosi a sud, lontano dalle mete turistiche più battute del Marocco. Dopo ore di viaggio in auto con partenza da Agadir, siamo arrivati nella zona più a sud del paese (non considerando il Sahara Occidentale) dove i centri abitati si fanno sempre più radi e meno popolati. Quello che ci siamo ritrovati ha ben superato le nostre aspettative, l'oceano Atlantico ha scolpito con la forza delle sue onde una vera e proprio opera di ingegneria naturale, passarci al di sotto lascia davvero increduli perché la mole di roccia che rimane sospesa è veramente imponente! e la piatta spiaggia battuta dalle onde dell'oceano è la ciliegina su la torta!



Spiaggia di Legzira
Torniamo a Sidi Ifni, che si è rivelata la vera scoperta della tappa. La citta ebbe un notevole sviluppo urbano negli anni a seguire, probabilmente il maggiore tra quelli dell'Africa spagnola, e rappresentò il sogno franchista di urbanizzazione e colonizzazione più compiuto. La prima battuta d'arresto si ebbe tra il novembre del 1957 ed il luglio del 1958, quando a seguito dell'indipendenza la città venne assediata dall'esercito di liberazione marocchino deciso a riprenderne il possesso. Se infatti la Spagna aveva ceduto il Protettorato del nord (costa mediterranea e Rif) non aveva fatto altrettanto né Sidi Ifni né con il Protettorato del sud, ovvero l'area di Villa Bens (Tarfaya) e di Capo Juby (da non confondersi con la colonia del Sahara Occidentale). L'assedio causò più morti, da ambo le parti, di quelli che l'oblio completo degli eventi suggerirebbe come spesso accade, e dovrebbe essere ricordato con maggior consapevolezza da tutti. Fatto sta che i marocchini riuscirono ad occupare la piccola area circostante ma non la città di Sidi Ifni ed alla fine delle ostilità l'insediamento restò in mano alla Spagna. Tra il luglio del 1958 ed il 1969 le cose tornarono più o meno come prima, l'arrivo di nuove truppe dalla penisola diede impulso ad un'ulteriore urbanizzazione con il quartiere detto Colominas ma il destino della città spagnola era ormai segnato. Nonostante l'elevazione di Sidi Ifni a provincia metropolitana della Spagna, le pressioni internazionali per la sua cessione al Marocco fecero ammainare definitivamente la bandiera spagnola il 30 giugno del 1969.
Sarà perché non siamo né francofoni né francofili 😜 o per il mio animo un po' decadente, la storia recente di Sidi Ifni permette al viaggiatore di imbattersi ancora nei protagonisti della storia del luogo quindi fatelo anche voi perché questa esperienza è parte integrante di un soggiorno appagante a Sidi Ifni, parlate con la gente e dimostratevi interessati, un sorriso ed una domanda potrebbero aprirvi le porte più impensate. Da qualche anno alcuni vecchi residenti spagnoli sono tornati a vivere in città ed i restanti abitanti del luogo hanno, in maggioranza, ancora un ricordo felice di quegli anni. I residenti marocchini usano il passato spagnolo di Sidi Ifni per denunciare l'abbandono ed il disinteresse del governo marocchino per la zona, attenti con le parole ma non mancate di affrontare con loro anche questo argomento.

Passeggiata al mare

Veduta del faro dalla spiaggia
Se ad un primo impatto la sensazione sarà quella di una cittadina in una condizione di sostanziale abbandono, svegliatevi all'alba quando la bruma atlantica ancora avvolge tutto e fate una passeggiata lungo la spiaggia per poi addentrarvi in centro, a poco a poco tutto apparirà diverso ed estremamente accogliente. La maggior parte degli edifici di interesse si trova in piazza Hassan II, la vecchia Plaza de Espana, e nelle vie immediatamente circostanti fino al vecchio ospedale spagnolo, tutt'ora in uso. Passate davanti al vecchio edificio delle poste ed al bellissimo Cine Avenida fino a sbucare in piazza all'altezza dell'altrettanto magnifico municipio, all'Hotel Bellevue ed alla vecchia chiesa cattolica. Quando siamo andati noi, il vecchio edificio del consolato spagnolo era in completo abbandono ed assolutamente interdetto, speriamo che possiate goderne quando andrete voi.

Il "Cine Avenida"

Ingresso art decó del "Cine Avenida"
Il mare è un elemento indissolubile del panorama ma non interagisce con la città come saremmo abituati a pensare. A causa della sua forza resta presente ma distante, arroccando l'abitato su se stesso e contribuendo al senso di isolamento un po' bohemien che inizierete a provare, l'orizzonte spazia su relitti di navi sconfitte dall'oceano ed è ancora visibile la vecchia teleferica che serviva a scaricare le navi, assolutamente impossibilitate a raggiungere la costa per la forza delle onde. E pensare che ogni approvvigionamento veniva dal mare, anche se Sidi Ifni aveva anche un piccolo aeroporto adesso in disuso e non aperto ai voli commerciali.

Insomma, se non vi abbiamo convinto, veniteci di persona 😁 ed infine un ultimo suggerimento, se cercate alloggio al mitico hotel Suerte Loca, come abbiamo fatto noi, verificate la disponibilità di stanze che non affaccino sul torrente che separa la zona di Colominas perché sono infestate di zanzare come non vedrete mai più in vita vostra, quindi, a meno che non siate entomologi interessati all'argomento fate un tentativo. Se non riuscite, consolatevi con le loro ottime colazioni e cene.

Il "mitico" Suerte Loca"
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